- Dr.ssa Marina Putzolu
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L'istamina è una sostanza appartenente alla classe delle ammine biogene, meglio definita come mediatore, prodotta da alcune cellule del nostro corpo, in particolare dai mastociti e responsabile di alcune importanti funzioni quali:
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Ma cos'è l'intolleranza all'istamina?
L’intolleranza all’istamina, a volte chiamata erroneamente allergia, è una condizione che si manifesta quando si ha un disequilibrio tra accumulo e degradazione di istamina all’interno dell’organismo.
Sintomi dell'intolleranza all'istamina
Alcune reazioni comuni associate a questa intolleranza includono:
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Nei casi più gravi di intolleranza all'istamina, potreste riscontrare:
- crampi addominali
- gonfiore dei tessuti
- alta pressione sanguigna
- frequenza cardiaca irregolare
- ansia
- difficoltà a regolare la temperatura corporea
- vertigini
Come viene metabolizzata l’istamina alimentare?
L'istamina, presente in ogni alimento (di origine animale e vegetale), deve essere metabolizzata per essere eliminata senza problemi dalle urine. Si noti che l'istamina esogena non ha un ruolo funzionale all'interno dell'organismo e, per questo motivo, viene eliminata senza utilizzare alcuna proprietà.
Esistono due principali vie conosciute del metabolismo dell'istamina negli esseri viventi, in cui sono implicate l'istamina N-metiltransferasi (HMT) e la diammina ossidasi (DAO).
L'HMT è un enzima che degrada l'istamina nel tessuto epatico, ma è presente anche in quantità inferiore in altri tessuti.
DAO è l'enzima più importante che degrada l'istamina, ma si trova solo in alcuni tessuti, in particolare nella mucosa intestinale, nei reni, nella placenta, nel timo e nelle vescicole seminali.
Cosa causa alti livelli di istamina?
Nelle persone affette da intolleranza all’istamina, si verifica una riduzione dell’attività di un particolare enzima, il DAO, diaminossidasi, deputato alla degradazione della stessa istamina quando è prodotta in eccesso. Questa riduzione può essere dovuta a varie cause:
- una predisposizione genetica
- come conseguenza di malattie gastrointestinali (come una malattia infiammatoria intestinale) che ne inibiscono la sua produzione
- a seguito del consumo di sostanze che ne inibiscono l’azione.
- farmaci che bloccano le funzioni DAO o impediscono la produzione, come antibiotici, antidepressivi, diuretici, antidolorifici, ma anche alcuni FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) quali l’acido acetilsalicilico.
- alimenti che contengono istamina che causano un funzionamento improprio degli enzimi DAO
I ricercatori stanno ancora studiando la quantità di istamina presente nella maggior parte degli alimenti e delle bevande, nonché in che modo alcuni nutrienti compromettono le attività di DAO, in quanto le concentrazioni di istamina e altre ammine biogene negli alimenti sono altamente variabili all'interno della stessa famiglia, e persino tra due campioni dello stesso prodotto.
Alimenti ed istamina
Possiamo distinguere due tipologie di alimenti cibi ricchi di istamina, quali:
- alcool e altre bevande fermentate
- alimenti fermentati e prodotti lattiero-caseari, come yogurt e crauti
- frutta secca
- avocado
- melanzane
- spinaci
- carni lavorate o affumicate
- molluschi e alcuni tipi di pesce
- formaggi stagionati
Cibi che innescano il rilascio di istamina nel corpo, cioè alimenti che non contengono istamina ma sono in grado di stimolarne la liberazione da parte dell’organismo. Essi contengono alcune sostanze, come ad esempio proteine, che stimolano alcune cellule del sistema immunitario, i mastociti, a degranulare (cioè liberare l'istamina intracellulare contenuta nei loro granuli), innescando tutti quei meccanismi infiammatori coinvolti nell'intolleranza appunto alla stessa istamina. Tra gli alimenti istamino-liberatori ricordiamo:
- alcool
- tonno in scatola
- banane
- pomodori
- germe di grano
- fagioli
- papaia
- cioccolato
- agrumi
- noci, in particolare noci , anacardi e arachidi
- coloranti alimentari e altri additivi
Come viene diagnosticata?
Non esiste ancora una procedura affidabile per la diagnosi di reazioni avverse all'istamina ingerita. Poiché il più delle volte viene autodiagnosticata dal paziente o basato esclusivamente sull'anamnesi.
Pertanto la diagnosi di reazioni avverse all'istamina è stata finora fatta puramente sulla base dei sintomi e in assenza di parametri di laboratorio affidabili. L'approccio terapeutico dovrebbe essere ampiamente guidato dalla tolleranza individuale degli individui affetti.
Sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire la rilevanza della misurazione dei biomarcatori, dei fattori di rischio nella funzione della barriera intestinale, nonché della dose di istamina che provoca effetti farmacologici. Fino ad allora, la consulenza nutrizionale esperta può aiutare i pazienti a evitare diete che si traducono in una riduzione non necessaria della loro qualità di vita.
Il mio consiglio?
Se hai un'intolleranza all'istamina, l'integrazione di alimenti a basso contenuto di istamina nella tua dieta può aiutare a ridurre i sintomi. Purtroppo non esiste una dieta priva di istamina. Consulta il tuo nutrizionista, il quale potrà suggerirti di seguire una dieta di eliminazione per 14-30 giorni. In questo modo vengono rimossi tutti gli alimenti ricchi di istamina o trigger di istamina e successivamente vengono reintrodotti lentamente per osservare eventuali tolleranze a determinati cibi.
Bibliografia
- Kofler L, et al. (2011). Histamine 50-skin-prick test: A tool to diagnose histamine intolerance.
- Maintz L, Novak N. “Histamine and histamine intolerance.” Am J Clin Nutr. 2007
- Mayo Clinic Staff. (2018). Allergy skin tests.
- https://www.deficitdao.org/
- Reese, I., Ballmer-Weber, B., Beyer, K. et al. German guideline for the management of adverse reactions to ingested histamine. Allergo J Int 26, 72–79 (2017).
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